Fran Cooper,

Recensione: Il nostro piccolo pazzo condominio di Fran Cooper.

febbraio 08, 2018 Virgy 0 Comments

Carissime lettrici oggi vi parliamo di Il nostro piccolo pazzo condominio di Fran Cooper, edito dalla Newton Compton.
Vediamo di cosa parla questo romanzo.


Titolo: Il nostro piccolo pazzo condominio
Autore: Fran Cooper
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporaneo
Pagine: 281
Costo: 4,99 (ebook); 8,50 (cartaceo)

Trama: 
Edward arriva a Parigi in una caldissima giornata di giugno, ancora sconvolto per la morte di sua sorella. Per ritrovare un po' di serenità, sta per trasferirsi nell'appartamento vuoto di un'amica, al numero 37 di una strada anonima. La Parigi in cui si trova immerso non è quella che credeva di conoscere: niente boulevard e luci romantiche, ma il palazzo dove arriva pulsa dei segreti dei suoi inquilini. Tra le sue mura, c'è chi parla, chi si bacia, chi ride e chi piange; alcuni sono contenti di starsene da soli, mentre altri vorrebbero una compagnia. La donna dai capelli color argento gestisce una bizzarra libreria al piano terra, un vecchietto, tutti i giorni, dà da mangiare ai passeri sul davanzale della finestra, mentre una giovane madre è sull'orlo di un crollo nervoso. Anche se le pareti dei loro appartamenti si toccano, gli inquilini stanno ben attenti a rimanere dei perfetti estranei. Ben prima che se ne accorga, Edward si trova impigliato in questa rete di straordinaria umanità che sempre più lo avvinghia a sé, facendogli risvegliare sensazioni che pensava sopite

Recensione:
Il nostro piccolo pazzo condominio è un libro descrittivo. Sin dall'inizio sembra di essere davanti a un quadro che prende vita pian piano. Immaginate di avere davanti un palazzo, in questo caso un palazzo antico di Parigi, ed una luce che illumina di volta in volta un appartamento dello stabile dando vita ad un intreccio di storie e di vite. A questo quadro vivente che trova spazio in una Parigi moderna si aggiungono tematiche importanti, tra cui quella dell'integrazione, quanto mai attuale. 
Il palazzo al numero 37 di una strada anonima di Parigi diventa scenario e allo stesso tempo protagonista della vita dei suoi inquilini. Il primo è Edward che trova nell'appartamento dell'amica Emilie un rifugio in cui nascondersi dal dolore causato dalla morte della sorella. Grazie ad Edward, il lettore entrerà tra le pareti di un edificio in apparenza anonimo, ma che nasconde storie di tutti i giorni. 
Il nostro piccolo pazzo condominio presenta inquilini variegati: coppie di sposi che si tradiscono e che mentono, una madre che cresce i figli, una donna che ha perso i figli e uomini che cercano il loro posto nel mondo. 
Tra i temi trattati il più importante è quello dell'integrazione. Alla luce dei fatti accaduti pochi giorni fa anche qui in Italia, il libro sembra cadere a pennello. Le politiche nazionaliste e patriottiche che corollano ormai i diversi seggi elettorali e i telegiornali portano a un estremizzazione della separazione tra io e l'altro. Il diverso viene isolato e rifiutato anche tramite attacchi di violenza ingiustificata. Il nostro piccolo pazzo condominio ci mostra, anche, come in un piccolo nucleo, quale un agglomerato di appartamenti, le macropolitiche intossichino l'aria di pregiudizi. 

Spesso le politiche discriminatorie vengono fatte proprie da persone che, in un determinato periodo della vita, soffrono. Questo é il caso di un personaggio del libro, che dopo aver perso il lavoro e mentito alla moglie si avvicina a politiche di estrema destra che lo porteranno a sfogare la rabbia e la commiserazione contro gli stranieri della città. Agli attacchi terroristi, alla paura e alla violenza non si può rispondere con altra violenza e altra paura.

“Ma c'é comunque quest'ondata – non saprei come altri descriverla – ho questa sensazione che in un certo stia tornando normale essere razzisti. Quando ero più giovane, le persone non dicevano cose del genere, per lo meno non apertamente. Voglio dire, mia nonna lo faceva e veniva zittira con un: “Shh, non si dice più,”ma era anziana. Se avevi meno di 90 anni e la pensavi così, non lo facevi sapere. Ma ora qualche politico che si crede spiritoso va in televisione o alla radio e dice a tutti che va bene non assumere qualcuno a causa delle sue origini, che va bene avere paura di chi ha la pelle più scura della nostra, che va bene volere che se ne vada dal Paese...”

Un altro tema che mi ha colpito molto è quello della depressione post partum. La maternità cambia la vita e lo sa bene Anais che dopo tre figli, tutti molto piccoli, non riesce a trovare la gioia di vivere e soprattutto stenta a riconoscersi. La maternità è la cosa più bella che esista ma è fortemente stigmatizzata dalla società. La donna che c'è dietro al ruolo di madre ha bisogno di mantenere la propria natura e la propria femminilità. Anais dovrà trovare la forza di riprendere possesso del suo corpo e soprattutto dovrà smettere di giudicarsi. 
Un altro personaggio che si ricollega a quello di Anais, è quello di Frederique. Frederique è una donna sulla cinquantina che ha sofferto e che continua a soffrire. Questa donna ha subito il dolore più grande che una madre possa provare, la perdita di un figlio. Da quel momento in poi vive nell'appartamento in cui è cresciuta e esorcizza il dolore come può. Frederique ed Edward si riconosceranno come anime affini. Sebbene di generazioni diverse, entrambi capiranno che il dolore che la morte può arrecare non passerà mai, ma che è possibile, in un modo all'altro, continuare a vivere. 
Il nostro piccolo pazzo condominio è un romanzo con uno stile unico e particolare. Vi consiglio di leggere questo libro perché vi farà riflettere, vi emozionerà e perché sarà un pò come assistere ad una rappresentazione teatrale ambientato in un presente non proprio luminoso.

Claudia T.
LCDL

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