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Cinefilia: recensione di "Rush"

Titolo: Rush
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Peter Morgan
Data: 2013
Genere: Sportivo, Drammatico
Durata: 120 minuti
Interpreti: Chris Hemsworth: James Hunt
Daniel Brühl: Niki Lauda
Pierfrancesco Favino: Clay Regazzoni
Olivia Wilde: Suzy Miller

Trama: Il 1976, nel circuito giapponese del Fuji si svolge il Gran Premio decisivo che assegna il titolo di campione del mondo di Formula 1. A sfidarsi sono Niki Lauda e James Hunt. Ma la loro rivalità è qualcosa che esiste da molti anni prima e che finirà per influenzare entrambi anche fuori dalla pista, nonostante l’amicizia che li legava.

Tratto dalla biografia di Niki Lauda, “Rush” è un film che romba potente come i motori protagonisti dell’intera vicenda. L’atteggiamento glamour, tronfio, quasi sfacciato dell’intera pellicola però riesce a non infastidire (come invece capita in tanti altri film del genere, tipo “Giorni di tuono” di Tony Scott, tanto per dirne uno), supportato e imbrigliato dalla sceneggiatura intelligente ed equilibrata del britannico Peter Morgan (The queen), alla seconda collaborazione con Ron Howard (A beautiful mind, Cinderella man), dopo l’ottimo Frost/Nixon, che si conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, uno degli sceneggiatori più interessanti di questi anni. Sono infatti le vicende narrate a dettare il ritmo e a scegliere con sapienza quando mostrare scene più discorsive e descrittive della vita di James Hunt e Niki Lauda, e quando rilasciare tutto il potenziale esplosivo nelle ricostruzioni delle gare automobilistiche, coinvolgenti anche per chi non è appassionato di questo sport. Ron Howard adagia la sua regia di conseguenza, con inquadrature sobrie, sempre pronte a lasciare il posto ad un montaggio serrato, quasi da spot pubblicitario (e davvero viene da pensare spesso allo stile dei fratelli Scott), quando vengono mostrate le gare. Ma anche quest’ultime riescono spesso a limitarsi, a non scadere nel narcisismo, approfittandone anzi per denunciare il fattore di rischio che una volta, neanche tanto lontana, regnava sulla Formula 1. E lo si nota dagli incidenti, per niente spettacolari e anzi piuttosto drammatici.  



Viene da sé che in un film del genere molto della riuscita del film passi per le interpretazioni dei due protagonisti, anche se aiutati da una sceneggiatura che li delinea ottimamente, mettendone in mostra pregi e debolezze. E se Chris Hemsworth (Thor) è convincente nella parte di Hunt, aiutato anche dal non trascurabile physique du rôle, Daniel Brühl (Good Bye Lenin!, Bastardi senza gloria) riesce a compiere un ottimo lavoro, dando vita ad un Lauda, senza scadere nella caricatura, un personaggio che sta in piedi, anche per chi non ha mai avuto modo di vederlo, negli anni ’70. Menzione a parte per il nostro Pierfrancesco Favino, nel ruolo di Clay Regazzoni, con l’interpretazione però in parte rovinata da un pessimo doppiaggio (compiuto da se stesso, peraltro), che si sarebbe potuto evitare.

La musica di Hans Zimmer risulta alquanto anonima ed è incisiva solamente quando viene fuori nell’emozionante ricostruzione del Gran Premio d’Italia, quando Lauda torna in pista, dopo l’incidente. Per il resto del film, l’unica e prepotente colonna sonora sono i motori che rombano nelle gare e nella testa dei piloti.

Se proprio si vuole trovare un difetto al film, forse sta nella voce fuori campo che, se nella prima parte era contenuta e adatta a descrivere i due piloti, nel finale risulta davvero invadente e da la mazzata ad un finale evitabile, ma che per fortuna non riesce a intaccare un film potente, emozionante e molto riuscito, che corre per la sua strada, fino al significato dell’intera pellicola, cioè di come la rivalità fra Hunt e Lauda fosse stata per entrambi una molla, la spinta a tirarli fuori dai momenti più bassi e difficili della loro vita, spingendoli a rimettersi sempre in gioco e a ripartire. Fuori e dentro i circuiti.

Curiosità: Oltre a James Hunt, Niki Lauda e Clay Regazzoni, nel film sono presenti o vengono nominati altri vip dell’epoca. Infatti, in un paio di scene si può riconoscere la presenza di Enzo Ferrari, storico fondatori della casa automobilistica di Maranello, e vengono nominati anche i due attori Richard Burton ed Elizabeth Taylor. Infatti Suzy Miller, prima moglie di Hunt, sarà la causa del secondo divorzio della coppia d’oro di Hollywood, e sposerà proprio Burton quello stesso anno.

Buona visione,
Pikko